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Le leggi si sono evolute, le banche hanno perfezionato sempre di più il loro sistema di controllo interno. Eppure, in Ticino come altrove la criminalità finanziaria continua a coinvolgere, più o meno direttamente, gli istituti di credito. Perché? Il libro cerca di rispondere a questa domanda, ripercorrendo le vicende che hanno segnato l'ultimo mezzo secolo della nostra storia giudiziaria. I crac bancari degli Anni Settanta, il fiume di narcodollari che si riversò in Svizzera nel decennio successivo. E poi un'impressionante serie di raggiri; truffe clamorose, per importi o modalità, che mostrano bene fino a dove sappia spingersi l'intraprendenza delinquenziale. Arguzia, ma anche crudeltà. La brama di soldi e potere ha danneggiato centinaia di persone. L'informatica ha permesso di potenziare le contromisure, certo. Ma proprio dalla tecnologia sono nate a loro volta nuove minacce. La partita resta aperta, la lezione del passato quanto mai preziosa.